«E il Papa disse: vengo sull’ Adamello per sciare con lei»

TEMU’ (Brescia) – La prima vista di crepaccio l’ ha avuta a sei anni quando il padre lo ha calato per una decina di metri a testa in giù per recuperare uno zaino. «Qualche notte con gli incubi» ricorda, ma nulla di più per chi è stato tre volte sull’ Everest, ha condotto la spedizione con Mike Bongiorno al Polo Nord e per tre giorni ha sciato braccio a braccio con Papa Wojtyla impedendogli di incappare nei crepacci dell’ Adamello. La casa di Lino Zani, nel silenzioso inverno di Temù, a mille metri d’ altezza dell’alta Valcamonica, è un mosaico di fotografie, libri, videocassette che raccontano ricordi e imprese. Volto e occhi da montanaro, Zani lavora al computer davanti a un’ enorme finestra che guarda le sue montagne con la valigia già pronta per Roma dove, alla fine di questo mese, verrà nominato direttore generale della neonata Fondazione italiana per la montagna. A quarantasei anni, passato ormai il tempo delle imprese da fotografare, la sua esperienza lo ha portato a una scrivania. Una storia da montanaro che comincia presto. A quattro anni il padre Martino, gestore del rifugio della Lobbia Alta, a 3.050 metri vicino all’ Adamello, lo porta in escursione verso la vetta: «Trovammo un crepaccio talmente largo – ricorda Zani – che ci fu bisogno di una corda per farmi passare dall’ altra parte». Con un inizio di questo genere non si potevano non bruciare le tappe. A quindici anni faceva già soccorso sul comprensorio escursionistico del ghiacciaio in compagnia del fratello Franco e poco dopo entrambi divennero maestri di sci e presero possesso della scuola estiva della Lobbia, una delle più rinomate d’ Italia. Maestro di sci d’ estate in quota e d’ inverno a valle. Una vita tranquilla con la montagna e poco altro come alter ego, finché un giorno quattro clienti del rifugio diventano il primo tassello di una storia incredibile: «Erano quattro preti come tanti – racconta Zani -; mi chiesero di accompagnarli a sciare e io lo feci volentieri. Si divertirono un mondo e la mattina prima di scendere a valle vollero parlare con mia madre in privato». Era giugno del 1984 e uno di quei preti era il polacco Stanislao Diviz, segretario personale del Papa. La sua richiesta fu semplice quanto inaspettata: «Il Santo padre vorrebbe venire per qualche giorno a sciare su queste montagne». Detto fatto. Qualche giorno dopo, in compagnia dell’ allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, il Papa sbarcava in gran segreto dall’ elicottero di fronte alla Lobbia: «E’ stato il momento più bello della mia vita – confessa Lino Zani -; nessuno di noi sapeva cosa dire e cosa fare ma il Santo padre stupì tutti. Aveva fretta di andare a sciare. Qualche minuto per la colazione e via». Lino Zani e Papa Wojtyla per tre giorni sciarono insieme. Il maestro di Temù, che conosce come le sue tasche quelle montagne, stava davanti al pontefice: «A quell’ epoca mi colpì il fatto che, a soli tre anni dall’ attentato e a 64 compiuti, era ancora un uomo di grande dinamismo. Sciavamo tutta mattina, poi il pranzo, il riposino e di nuovo fino a sera». Pertini nel frattempo se ne stava sul gatto delle nevi in compagnia di Martino a seguire la scena da lontano (famosa la sua frase diretta al Papa: «Scii come una rondine»). Il tutto, non senza dimenticare la sua solita ironia: «Ci sedemmo tutti a tavola e la mamma fece gli strozzapreti. Figuriamoci, Pertini ci andò a nozze. Si divertì anche lui un mondo: pensate che una mattina, poco dopo le nove, ci convinse tutti a bere un grappino in compagnia». Da quei memorabili tre giorni, fra Lino Zani, la sua famiglia e il Papa è nata un’ amicizia che dura da vent’ anni, fatta di visite reciproche (il Santo padre nel 1988 tornò in vetta all’ Adamello, Zani quasi ogni mese lo va a trovare) e costruita nell’ intimità delle cime imbiancate del ghiacciaio: «Tolti gli sci – racconta commosso – ci gustavamo una tazza di tè bollente al rifugio. Lui voleva che io gli raccontassi tutto della vita in montagna e mi confessò che i palazzi romani gli stavano stretti. Preferiva di gran lunga l’ aria aperta». Dopo Everest, Polo Nord, Polo Sud, decine di vette conquistate in tutto il mondo e l’ amicizia con il Papa, Lino Zani ora sogna, con l’ imminente incarico, di dare nuove speranze alle migliaia di italiani che abitano in montagna, convinto che «certe cose possano capitare solo ed esclusivamente qui». Come fare a non credergli. Emanuele Turelli La scheda Lino Zani, 46 anni, è maestro di sci da 30. Sposato con Giovanna, ha tre figlie e vive a Temù (Brescia), un paese a mille metri d’ altezza in alta Valcamonica

Turelli Emanuele

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(17 gennaio 2004) – Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/2004/gennaio/17/Papa_disse_vengo_sull_Adamello_co_5_040117032.shtml

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