Giovanni Paolo II e l’amore per le Alpi

Tutti sanno quanto il Papa Wojtyla abbia amato le montagne. Fin dalla gioventù, in Polonia, era solito andar per montagne, per camminare e sciare. Alcune vecchie foto ce lo fanno vedere sciare a Zakopane; o andare in bici per sentieri; o ancora, pagaiare per i corsi d’acqua dei monti Tatra. Proprio sui Carpazi, Karol Wojtyla incontrò per la prima volta il suo segretario personale, Stanislao Dziwisz, sebbene questo episodio non sia granché conosciuto qui in Italia, probabilmente per la mancanza di documenti fotografici testimoni di questo episodio della giovinezza del Papa.

Ma ci sono altre testimonianze – a noi ben note – e che raccontanto la passione che Giovanni Paolo II nutrì per le Alpi: con lui, per la prima volta, si vide in televisione un Papa che sciava in tenuta da provetto sciatore!
Correva l’anno 1984, luglio: stagione estiva sui ghiacciai dell’Adamello. In quel periodo presidente della Repubblica Italiana era Sandro Pertini (morto nel 1990) , che amava spesso ricordare la sorpresa che lo colse nel ricevere un’indimenticabile telefonata: “Vorrebbe venire a sciare con me sull’Adamello questo fine settimana?” Dall’altra parte della cornetta c’era il Papa…
“Era venerdì – ricordava Sandro Pertini a proposito – e lì per lì rimasi attonito; ma accettai l’invito. Fintanto che lui sciava, io fumavo la pipa; e non potei non dirgli: Sua Santità, lei è un maestro; volteggia come una rondine”.

Fu un evento straordinario, rimasto nella memoria assieme ad altre divertenti situazioni, come, ad esempio, quando il Papa e il Presidente Pertini stavano mangiando insieme gli strozzapreti. Il Papa li apprezzò a tal punto che Sandro Pertini non si trattenne dal ridere; poco dopo entrambi se la ridevano di gusto.

Ma questi giorni lasciano nella nostra memoria qualcos’altro, di più profondo e spirituale legato al Papa Wojtyla: il custode del rifugio (a 3040 metri) Lino Zani, esperto alpinista e accompagnatore del Papa in occasione di questa vacanza ricorda alcuni fatti emblematici: “Naturalmente – dice – eravamo soliti rivolgerci a lui dandogli del Lei e usando espressioni quali ‘Sua Santità’… Egli cercò più volte di convincerci a chiamarlo semplicemente Karol. Era una delle personalità più importanti al mondo, eppure la sua semplicità ci spiazzò. Quando poi Pertini lasciò le montagne, io e la mia famiglia restammo soli col Papa: mangiavamo insieme in cucina e parlavamo come fossimo vecchi compagni di cordata. Una volta poi, mentre sciavamo, lui si fermò all’improvviso e disse di voler stare solo: si recò su un punto alto con un bel panorama e rimase piantato sui piedi per circa un’ora, assorto in preghiera e meditazione”.

Altro aneddoto: una volta, vedendo un alpinista che si era fermato sulla riva di un fiumiciattolo a Lorenzago del Cadore, sulle Dolomiti , il Papa disse qualcosa come: ‘la libertà è mangiare una scatola di sardine’. Insomma, Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II, non dimenticò mai di essere un uomo e neppure cercò mai di nasconderlo

Il Papa in montagna: quando e dove.
Sei estati passate in montagna (due settimane all’anno) sulle Dolomiti: 1987, 1988, 1992, 1993, 1996, 1998); nove in Val d’Aosta, a Introd, nel 1989, 1990, 1991, 1994, 1995, 1997, 1999, 2000, 2001). Inoltre, qualche capatina sugli Appennini, al Gran Sasso.

Articolo tratto dal quotidiano polacco Rzeczpospolita del 7.04.05

http://www.discoveryalps.it/1083,News.html

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