Mike Bongiorno: “La mia allegria senza eredi”

Il presentatore ha festeggiato gli 81 anni. Una carriera da Guinness: “Ho iniziato nel ´45”
“Ho visto Biagi in lacrime da Fazio, mi è dispiaciuto. Non si caccia uno come lui”
“Sono un buon comunicatore Dopo 50 anni di tv credo di meritare una laurea honoris causa come Vasco Rossi”

MILANO – Dal quiz all´eternità. Mike Bongiorno nel giorno del suo compleanno smentisce l´anagrafe. «Non compio 81 anni, ma 65. Il dottor Scapagnini, che cura Berlusconi, dice che la mia età biologica si ottiene sottraendo 16 anni». Mister Allegria non rinuncia però al titolo di presentatore più longevo del pianeta. «Sono nel Guinness dei primati. Ho battuto un presentatore americano di 4 mesi. Il primo microfono l´ho tenuto in mano nel febbraio 1945». Nella sua casa museo, dove convivono quadri del Canaletto e una processione di Telegatti («credo siano 23») Mike chiude gli occhi per ricordare le emozioni di una vita. Il carcere a San Vittore («cella 89, sesto raggio: ero staffetta partigiana, la Gestapo voleva fucilarmi»), l´amicizia con Vittorio Veltroni («il papà di Walter mi spronò a fare la radio in Italia»), la notorietà esplosa con Lascia o raddoppia? Ma l´uomo che al Rischiatutto ipnotizzava 25 milioni di italiani oggi certifica che in tv il quiz si è «estinto». E, deluso dall´offerta di Rai e Mediaset, critica Piersilvio Berlusconi: «Vive chiuso all´ultimo piano di un palazzo. Con lui non si comunica: anche altri si lamentano».
Ma lei è la Televisione. Possibile che non l´ascoltino?
«Non so nulla della prossima stagione di Mediaset. Volevo fare Monumenti, serie di colloqui con i grandi italiani (come Andreotti) ma è tutto fermo. Ho idee per nuovi quiz, ma Piersilvio non mi ascolta. Non è come il padre, che mangiava con noi pane e salame, e costruiva gli show lavorando dalle 10 del mattino alle 10 di sera».
Perché non parla con l´amico Silvio?
«Da quando è in politica non ne vuol sapere più di tv. Se poi di notte, in segreto, parla con suo figlio dei programmi non lo so».
Era giusto cacciare Enzo Biagi dalla Rai?
«No. Biagi è una brava persona, anche se sarcastico. L´ho visto piangere da Fazio, mi è dispiaciuto. Ma non è il solo, hanno cacciato pure Santoro, Luttazzi, Grillo. In Rai e a Mediaset è la politica che comanda. Certo, Santoro è molto aggressivo, Luttazzi è bravo (un Jay Leno all´italiana), ma esagera con doppisensi e cattiveria».
Lei che fa le ore piccole, cosa vede in tv?
«Niente. Questa tv non si può più guardare. La tengo accesa fino alle 3 , ma per lo più lavoro, leggo, ascolto musica da camera. I varietà? Sono sempre gli stessi, le veline fanno a gara per scoprirsi. Preferisco i documentari, i canali Sky: National Geographic, History Channel, o RaiSatExtra che fa rivedere i vecchi programmi».
Con l´età si diventa nostalgici…
«No, io vivo tra i ragazzi. Sono loro a dirmi che non guardano più la tv, compreso mio figlio Leonardo di 15 anni. Sono presi dal computer o guardano Sky. Io presto lavorerò a un canale tutto sulla montagna: lo sta progettando il mio amico Lino Zani, maestro di sci del Papa».
Retequattro le sta stretta?
«Retequattro è ben diretta da Giancarlo Scheri. Con i mezzi che gli danno fa cose egregie. Io sono un buon soldato: mi chiesero di andare a salvare Retequattro e io andai, portando gli sponsor. Oggi farei qualche serata a Canale 5, ma i posti sono tutti occupati».
Così si accontenta di “Genius”…
«Ne vado fiero. Faccio tra il 7 e il 9 per cento, i ragazzini (che vi giuro non vengono preparati prima) sono fantastici, hanno dei riflessi incredibili. Noi eravamo dei poveretti rispetto a loro».
Cosa pensa dei quiz di oggi?
«I veri quiz sono “a domanda risponde”, non il gioco delle quattro carte. L´era dei quiz è finita: per mancanza di materia prima. Non ci sono più concorrenti alla Inardi. Inutile raschiare il fondo del barile».
Colpa anche dei conduttori?
«No, ce ne sono di bravi, da Amadeus a Carlo Conti. Ma non so quanto dureranno. Il migliore? Gerry Scotti: è il mio erede».
Intanto, Bonolis torna a Canale 5…
«Tanto di cappello a Bonolis. Ma il suo linguaggio è pesante, tratta male la gente. Ai miei tempi uno così lo avrebbero licenziato».
A Fiorello invece perdona tutto…
«Lui scherza, dice che maltratto i bambini di “Genius”. Da Radio2 mi telefona, mi fa dire cose che non vorrei. Ma è geniale: io e lui siamo una bella coppia, dopo lo spot Infostrada faremo altre cose».
Sua moglie è stata gelosa delle sue vallette?
«Daniela non è gelosa, sa che sono una persona seria. Certo, ho lanciato decine di vallette, dalle “mute” (per volontà Rai) come Edy Compagnoli a Sabina Ciuffini (Rischiatutto) la più intelligente. Da Susanna Messaggio (facevamo Bis) a Paola Barale (La ruota della fortuna) di sicuro la più sexy: i fan l´aspettavano fuori degli studi».
Lei ha avuto tutto dalla vita. Cosa le manca?
«Una laurea honoris causa in Comunicazioni di massa. Alla Iulm l´hanno data Vasco Rossi (che canta bene), ma non a me. Non ho forse dimostrato di essere un buon comunicatore in 50 anni di tv?».
In cattedra spiegherà come fabbricava le gaffes?
«Le gaffes erano vere. Ma quando ho capito che divertivano… ci ho giocato sopra. “Allegria!” nacque per caso: in studio avevano litigato, erano tristi, ma io non lo sapevo. Gridai “Allegria! Allegria!, pensarono fossi un pazzo, ma risero. E io lanciai “Allegria!” in tv: un successo».
Ma i suoi figli l´accusano di aver fatto una tv fatua…
«Forse ho fatto una tv fatua, ma ho divertito gli italiani. I miei figli non hanno voluto seguire le mie orme. Si vergognavano di me, in classe gli gridavano “allergria”. Ma con gli anni, Michele e Nicolò hanno trovato la loro strada: il primo è un ottimo documentarista, il secondo fa le fiction, ma è soprattutto un poeta».

[La Repubbica, 6 giugno 2005. Leonardo Palestini]

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