IL Papa? Viene spesso a sciare sull’Adamello.

«IL Papa? Viene spesso a sciare sull’Adamello. L’ultima volta pochi mesi fa. Arriva in auto, sovente e’ targata Citta’ del Vaticano, altre volte Roma. Assieme ci sono i suoi segretari. Pochissime persone, non piu’ di quattro. Scia tutto il giorno, tre ore al mattino, tre al pomeriggio. Lo stile? Non perfetto. Ma ha un fisico robusto, una notevole resistenza alla fatica». La voce di Lino Zani, professione maestro di sci, e’ un cocktail di cose dette e altre strappate, di segreti sussurrati e altri coperti da un patto non scritto, tra un montanaro di 36 anni e il Pontefice. Un patto di ferro che Lino Zani viola quel tanto che basta per farci conoscere il papa sciatore, le giornate piu’ intime di un uomo prigioniero della gabbia dell’ufficialita’, del cerimoniale, della sicurezza. Lino Zani ha voglia anche di parlare di se’: questa sera sara’ a «Tutti per uno», la trasmissione di Mike Bongiorno. «Cerchero’ di vincere un po’ di denaro per finanziare una spedizione sull’Everest. Servono molti soldi, e questo e’ un periodo disperato per che si imbarca in simili avventure. Niente sponsor, niente aiuti. Eppure siamo in sette, e dobbiamo farcela a tutti i costi». Ma il capitolo Zani si chiude subito, i segreti del Papa sciatore sono piu’ importanti dello Zani scalatore emulo di Messner. «Gia’ – risponde il maestro di sci -, quello del Papa e’ l’emozione piu’ forte, il mio orgoglio piu’ grande». Ma quante volte ha incontrato il Pontefice? «Molto spesso – aggiunge Lino Zani – le uscite ufficiali si sanno, certo. Arrivano reporter, cineoperatori da tutto il mondo. Ma ci sono anche i blitz, le “fughe” improvvise. E sono numerose». Quante? Il maestro di sci preferisce non rispondere, ma si intuisce che Giovanni Paolo II e’ stato spesso sulle nevi dell’Adamello. «Arriva all’improvviso, sempre a bordo di un’auto di grossa cilindrata. Sovente l’auto ha una targa civile: cosi’ il trucco riesce perfettamente, nessuno sa nulla, nessuno se ne accorge. Arriva a pochi passi dal nostro rifugio, indossa una tuta impermeabilizzata, una giacca a vento blu, un berrettino. Sempre gli occhiali scuri. E’ irriconoscibile, bisogna sfiorarlo per scoprire che quello che sta scendendo su una delle nostre meravigliose piste e’ il Pontefice». Andiamo avanti, ecco un altro piccolo segreto che cade, il velo alzato da Zani mostra un Papa ancora piu’ intimo. «A volte dorme anche nel nostro rifugio. Dopo una giornata trascorsa sugli sci e’ stanco. Una giornata con noi lo ritempra. Qui riesce a trovare un clima familiare, un ambiente protetto ma non formale, non cristallizzato dagli impegni ufficiali. E il nostro e’ un rapporto che continua al di la’ degli sci». Il Papa sciatore e il suo maestro. Il giudizio stilistico del maestro non e’ esaltante («Giovanni Paolo II scia abbastanza bene, certi errori pero’ adesso non si possono piu’ correggere>), mentre quello sull’attrezzatura e’ entusiastico: «Da quando si e’ saputo che il Papa ama questo sport, e’ iniziata una corsa al regalo. Giovanni Paolo II riceve centinaia di sci in omaggio». Ma come e’ nata questa vostra amicizia? Lino Zani fa un passo indietro. Giugno del 1984, rifugio «Caduti dell’Adamello». In incognito arriva un sacerdote. Si ferma pochi giorni, scia a lungo. Poi prima di partire rivela la sua identita’: e’ il segretario del Papa. Parla con Zani. Poche parole, e un impegno. «Questo posto e’ splendido, vorrei portare qui il Papa a sciare. Credo di riuscirci, lo convincero’. Pero’ non riveli a nessuno questo segreto. Altrimenti fallira’ tutto». Zani e i suoi collaboratori custodiscono per un mese questa promessa, nascondono a tutti i preparativi per questa «trasferta», inghiottono le emozioni dell’arrivo in un volto impassibile. Poi venne Pertini… «Gia’ – conclude Zani – il Presidente della Repubblica riusci’ a sapere del blitz. E volle venire anche lui sulle nostre nevi. Una festa meravigliosa, per un segreto ormai violato. Ma Giovanni Paolo II non si e’ dimenticato delle nostre montagne. E, lo ripeto, viene spesso a trovarci».

Luigi Sugliano

16 dicembre 1993

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